Fin da quando si seppe che la stagione quinta sarebbe stata l’ultima per Person of Interest e che sarebbe stata una mezza stagione da 13 episodi, nella parte sana (non decerebrata) del fandom dello show affiorarono domande e preoccupazioni che si potevano riassumere in: la conclusione sarà degna del livello qualitativo eccelso di questa serie e dei temi “alti” toccati?Per fortuna la risposta è un deciso sì, dico per fortuna perché una costante della serialità TV è che le serie più ambiziose e profonde sono quelle che più hanno difficoltà col finale, vuoi perché seminano tutto e il contrario di tutto e alla fine tirano fuori una conclusione anche poetica ma concentrandosi solo su un aspetto e fregandosene del resto (Lost) vuoi perché per ragioni di impazzimento e/o di pressioni esterne e/o di difficoltà nel maneggiare una storia fin troppo ambiziosa e complessa uccidono la loro stessa creatura (Fringe), niente di tutto questo per Person of Interest, infatti concluderò questi quattro pensieri con alcuni ringraziamenti agli autori.
Dando un’occhiata allo svolgimento della stagione mi sento di individuare alcuni punti caratterizzanti:
1) come era prevedibile non c’è stato un momento di tregua o quasi e i “numeri” sono stati quasi tutti legati alla trama orizzontale, in maniera più o meno importante;
2) credo che nei casi in cui il riferimento a Samaritan sia stato poco più di un reminder si sia trattato non di una volontà di auto-giustificazione da parte degli autori, col senno di poi direi che si trattasse di mostrare quanto il mondo fosse diverso e la presenza di Samaritan fosse pervasiva;
3) fin dall’inizio (5×01) la serie ci ha dimostrato che gli autori non avevano smarrito la via, che la forza era con loro e che visto che tanto dovevano chiudere la serie sarebbero rimasti fedeli a se stessi, le conversazioni tra Root e Harold nel primo episodio, lei che sembra riallacciarsi alle prime cose che gli disse quando lo rapì a fine prima stagione, in sostanza il ricordargli che lui è colui che ha creato Dio (la Macchina) e che quindi alla fine tutto dipende da lui, a lui spetta la responsabilità e il diritto di decidere fin dove spingersi per battere Samaritan, se liberare la propria Macchina, lei può solo consigliare;
4) se si sa scrivere si può dare un contentino (anzi direi qualcosa di più di un contentino) a shipper e fan minkia vari senza tradire se stessi, il proprio show e senza far incazzare i fan con un QI a tre cifre (5×04 – ovviamente mi riferisco alla ship Root-Shaw);
5) l’unico negativo: il lato Samaritan è stato poco esplorato, il personaggio di Greer (grazie anche al bravissimo interprete) avrebbe meritato più spazio, anche se in realtà quale fosse il suo passato e cosa lo spingesse ce lo avevano mostrato nella stagione precedente.
Non c’è stata nemmeno una piccola svista? Nessuna cosa che non mi sia piaciuta? Certo ce ne sono state, ma aldilà di quella già accennata sul poco approfondimento del campo Samaritan le altre sono tutti problemi di logicità di certe scene, non problemi di fondo della trama, tra le maggiori perplessità le simulazioni della 5×04 e i personaggi che nell’episodio finale se ne vanno in giro con pallottole in corpo nel basso addome (Finch) o peggio ci prendono coltellate ripetute (Fusco) e non solo non ci lasciano le penne ma se ne vanno sulle proprie gambe, la morte di Greer, La simulazione della 5×04 non l’ho amata perché è fatta male, cioè è fatta troppo bene, mi spiego: Reese, Root e Finch sono troppo veri, troppo precisi, io non so come funziona la simulazione, ma ci sono due possibilità,
1) il cervello di Sameen riceve un input e crea tutto lei, scenario e personaggi
2) lei è calata in una simulazione e gli altri personaggi li muove il computer
In entrambi i casi le reazioni, le azioni e la parole di Root, Reese e Finch sono troppo accurate, non c’è niente che ci faccia supporre che siano una creazione della IA che comunque non può conoscerli così bene (tanto più che non può) nemmeno identificarli o che siano un costrutto della mente di Sameen (in qual caso ammesso e non concesso che lei conosca bene come se stessa Root non si può certo dire lo stesso di Finch).
Per fare un bel lavoro gli autori avrebbero dovuto seminare dei piccoli indizi nel comportamento dei tre, invece hanno voluto privilegiare la sorpresa (o non ci hanno pensato proprio).
Per quel che riguarda la morte di Greer: che bisogno c’era di soffocare lui e Harold? Non andava bene mettere una pallottola in corpo ad Harold che era in loro potere? Perché Samaritan doveva farlo personalmente? (si fa per dire).
Quanto sopra mi sembrava doveroso e utile per mostrare che non ho seguito gli episodi con l’atteggiamento acritico del fan adorante, ma mi sembrano cose che possono abbassare leggermente il giudizio su un singolo episodio (e di certo lo avrebbero fatto se avessi recensito gli episodi uno per uno), ma non inficiare il giudizio generale sulla stagione e come è stata conclusa la serie.
Cosa ho apprezzato particolarmente:
I flashback di Harold sono stati forse il punto più alto di tutta la storia di Person of Interest e anche in questa stagione ce ne sono stati, forse meno che in passato (proprio perché come ho detto non c’è stato un attimo di respiro) ma basterebbe quello del primo episodio della stagione in cui vediamo come Harold si fosse pentito della decisione di resettare la memoria della sua macchina ogni giorno a mezzanotte una volta che la Macchina lo confrontò logicamente su questo, ma l’avesse fatto un attimo troppo tardi. Una di quelle scene, di quelle conversazioni tra Harold e la sua macchina, che fanno sentire il fan di Person of Interest superiore a tutti quelli che non apprezzeranno mai la profondità di questa serie, per la distrazione di non averla mai scoperta o peggio per averla conosciuta e non apprezzata.
Michael Emerson, lui meriterebbe un paragrafo a parte enorme, ma sarò breve, il suo ritratto di Finch è stato talmente magistrale che fosse per me imporrei che venisse premiato con l’Emmy, ma non solo, durante la cerimonia dovrebbero fare una menzione speciale e dire che il premio va all’incredibile lavoro che ha fatto su questo personaggio in cinque anni. Naturalmente il discorso vale un po’ anche all’inverso, cioè se è vero che Finch è straordinario grazie ad Emerson, bisogna anche dire che gli autori di Person of Interest hanno fatto un lavoro di scrittura pazzesco nel tratteggiare un personaggio straordinario e tridimensionale, infatti il merito va anche a tutti i flashback nessuno escluso, anche quelli con Harold bambino, in cui quindi non era interpretato da Emerson.
Ho lamentato che avrei voluto più tempo per il team Samaritan, ma devo dire che durante i tentativi di conversione di Sameen Shaw hanno fatto un buon lavoro anche se non approfonditissimo nel mostrare che Samaritan potesse avere un certo Appeal, del resto Greer si mette completamente a disposizione di Samaritan e non lo fa certo per soldi e nemmeno per ricerca di potere, lui crede in quel che fa, si potrebbe liquidare con Greer è uno psicopatico ma a me sembra semplicistico. Non scorderò mai la frase detta a Samaritan al momento della sua attivazione, Samaritan chiese: “Cosa posso fare per voi?” Greer rispose “No caro Samaritan, la domanda è cosa posso fare io per te” totale affidamento fideistico.
La conclusione delle vicende di tutti i protagonisti:
quella di Root è un po’ crudele ma funzionale alla trama e utile per mandare definitivamente in cantina la rottura di palle della ship;
quella di Reese adeguata, ha finito il suo percorso di redenzione sacrificandosi al posto dell’uomo che gli aveva dato quella chance quando lui era un relitto umano alla deriva, Caviezel non è un grande attore, ma era perfetto per il ruolo e ho adorato il sorriso rivolto ad Harold che se ne va salvandosi. Infatti l’ho scelto come sua foto;
Shaw: lei è sempre stata un Reese in gonnella, del resto prima di diventare operativi della Machine facevano lo stesso lavoro, killer del governo in operazioni black ops, il suo percorso di redenzione non è ancora finito, è giovane e ha un fardello pesante da scaricare, in realtà non sono sicuro abbia introiettato i valori di Finch ma lavorando con la Machine liberata sarà come lavorare con Finch, glieli insegnerà lei, in fondo li ha insegnati a Root fin da quando ancora non poteva nemmeno comunicare liberamente. Lei è giovane e al momento non ha nessuno se non Bear (e alla lontana Fusco) la speranza è che possa continuare a trovare uno scopo e redenzione seguendo lo stesso percorso di Reese con un finale diverso;
Fusco: ha un figlio da allevare, John e Harold non hanno salvato solo lui, rendendo lui una persona migliore hanno salvato anche il figlio che alleva che crescerà con giusti valori, giusto che rimanga vivo per allevarlo.
Finch: torna dalla sua Grace, vista l’ultima scena con il risorgere della Machine che contatta Shaw potrebbe sorgere un dubbio: in tutto questo Harold? Vediamo Harold andare da Grace ma poi vediamo che la Machine è viva ed attiva e Root è ancora un asset, credo che lascino libero alla nostra interpretazione decidere se visto che è libera la Machine continui senza Harold e gli serva solo un operativo, o se immaginare che Harold torni a fare quello che faceva nella prima stagione, a me piace pensare che Harold liberatosi dal fardello di dover controllare da vicino la Machine e avendole dato fiducia ed autonomia si goda la vita con la sua Grace.
I ringraziamenti agli autori:
Ringrazio gli autori per aver tenuto conto dei fan minkia shipper solo il minimo indispensabile e aver dato loro un contentino che non sabotasse in alcun modo la storia;
Ringrazio gli autori per come hanno scritto Finch in questa stagione, per l’incredibile monologo nella sala interrogatori nell’episodio 5×10;
li ringrazio per una gestione dei tempi quasi perfetta, sono riusciti a infilarci qualche conversazione tra Finch è la sua Machine, ricordo di aver commentato la 5×11 con: potrei guardare ore di conversazioni di Harold con la sua Macchina;
li ringrazio per come hanno concluso le vicende dei protagonisti.
Infine ringrazio Jonathan Nolan e collaboratori per averci donato questa serie strepitosa.
[…] a proposito delle simulazioni, in una recensione molto interessante che Roberto ha scritto per il nostro sito, fa notare come siano davvero troppo […]